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Ciack si gira! (Il film hard.core) - Terza parte


di Honeymark
20.08.2018    |    5.976    |    5 9.7
"Mi avrebbero messo a disposizione uno staff di assistenti, sia per sceneggiare il romanzo che avevo scritto, sia per inventare nuove performances..."
(Si consiglia di vedere la puntata precedente)

6. LO STAFF.



La sera mi ero messo a letto e avevo dormito tutta la notte duro come un sasso per il troppo alcool, poi mi svegliai agitato per il contratto che avrei firmato quella mattinata. Non sapevo ancora dove diavolo mi stavo andando a cacciare, ma forse era meglio così…
La limousine era passata a prendermi alle 9.30 e alle 10 ero nell’ufficio di Betty, dove ci aspettavano i legali per la firma dei contratti. Ne avevano trovato uno anche per me, il quale mi consegnò una copia che aveva fatto tradurre in italiano. Mi avrebbero dato mezzo milione di dollari in tre mesi in cambio di non meglio precisate 50 prestazioni sessuali effettuate davanti alle cineprese. La produzione si teneva tutti i diritti, compresi quelli del mercato hard tradizionale, il cartaceo, le home video, il digitale, il satellitare, la TV via cavo e internet, marchandising e gadgettistica.
In compenso una clausola mi garantiva un dollaro per copia venduta al consumo DVD. Accettai.
Delle cinquanta donne da montare, cinque avrei potuto sceglierle io e cinque avrei potuto rifiutarle, però dovevo montare anche una ragazzina di non oltre i 20 anni e una signora di almeno 60, e incularmi un maschio. Mi avrebbero messo a disposizione uno staff di assistenti, sia per sceneggiare il romanzo che avevo scritto, sia per inventare nuove performances. Sapevano che io ero sano in quanto erano informati che ero un donatore di sangue, Isabel era stata sottoposta ad analisi del sangue, così come avrebbero fatto con tutte quelle con cui avrei avuto contatti carnali.
Se volevo potevo farmi raggiungere dalla moglie o dalla fidanzata o dalla segretaria, anche se me lo sconsigliavano vivamente.
- Hai da darmi subito una segretaria? – Chiesi a Betty che dopo un’oretta di firme apposte su una montagna di carte mi aveva portato nel suo ufficio.
- Te ne do tre, due femmine e un maschio. Un’altra puoi scegliertela tu, se vuoi.
Senza attendere risposta, Betty mandò a chiamare Mary, una ragazza tipicamente latino-americana sui 26-27 anni, non troppo alta ma proprio ben fatta e con un viso femminile attorniato da capelli nerissimi. Labbra rosse, pelle liscia e carnagione ambrata. Vestita elegante, tipo donna seria in carriera.
- Pier, ti presento la dottoressa Mary Manera, laureata in sociologia. Mary, ti presento Pier Martini, “scrittore di successo”... Resterà qui da noi per alcuni mesi. Dovrà sceneggiare per noi un suo romanzo, ma seguirà anche casting e regia e infine farà l’attore principale. Ti va di fargli da segretaria per questo periodo?
- Certo, signora.
- Che te ne pare? – chiese poi a me.
- Bella, non c’è che dire. Sai usare il computer? – Le domandai.
- Sì, signore – rispose Mary. – So usare Word per Windows, Excel, Corel Drow, Lotus...
- Lotus? E che cavolo ci fai con il Lotus?
- Ci elaboro analisi di ricerca... – Rispose timidamente, come se avesse commesso un errore.
- Certo, – mi corressi. – Scusa… È che non sapevo cosa potesse servire la statistica qui alle…
- Elaboriamo i sondaggi di opinione che facciamo quattro volte l'anno. – disse Betty per lei. – Le nostre produzioni sono sempre frutto di precise rilevazioni di mercato.
- Complimenti. – Mi ero rivolto a Betty. – Certo che va bene la signorina!
- Grazie. – Mary fece il cenno d’inchino.
- Dovrai stare con lui per tutta la durata della produzione. In ufficio e a letto. – le ordinò Nella tagliando corto.
- Certo signora.
- Betty! – Protestai. – Mary, scusala, io...
- Zitto, Pier. A meno che non ti piaccia per niente, vorrai montarla no?
- Cristo, Betty. Che domande fai! Certo che mi andrebbe, ma lei... – Mi rivolsi verso la ragazza che cercava di sorridere compiacente.
- Mary è brava farà quello che dico io. – Betty si alzò in piedi e Mary abbassò leggermente lo sguardo, accennando un briciolo di rossore. – Mary, alza la gonna per favore.
La giovane si girò verso di me, strinse un attimino le gambe e sollevò piano le gonne.
- Forza, Mary, su! – Insisté decisa lei, e quella tirò su completamente le gonne dimostrando di non avere né calze né mutandine.
- Bene – disse secca Betty. – Ora girati.
Lei abbassò la gonna davanti per poi girarsi tirando su la gonna dietro. Aveva le due natiche sode e lisce che teneva strette strette. Ero nuovamente eccitato come il giorno prima con Belle. La cosa più arrapante era ancora il fatto che fosse così semplice poter disporre dell’intimità di una ragazza così educata, istruita ed elegante.
Betty prese un frustino da cavallo e lo avvicinò alle natiche di Mary, poi parlò facendole sentire il contatto con il piccolo scudiscio.
- Il dottor Martini, Mary, quando è stanco gradisce i pompini, ma la mattina scopa tradizionalmente. Qui è chiamato a sodomizzare perché è la sua specialità, ma in privato ama farlo anche con oggetti. Quando gli passa per la testa, gradisce fare i clisteri di persona. Gli piace accoppiarsi con più donne contemporaneamente, dalle quali vuole essere semplicemente adorato. Sappiati regolare, ma dovrai usare la fantasia. Ma quando sarà il momento, dovrai farglielo rizzare immediatamente. No exceptions.
- Va bene, signora.
Mi sentii vergognare. Betty aveva esternato le mie tendenze ad una bella ragazza che non conoscevo da più di un paio di minuti. Non sapevo neanche come avesse fatto ad informarsi, anche se devo dire che le era sfuggita la mia tendenza fondamentale, il sadomaso.
- Se ti può servire, sappi che è un master sadomaso – aggiunse con diabolico tempismo, mentre la signorina continuava a mostrare il culo. – Per cui sopportalo se vuole trattarti come una schiava, un animale o un oggetto. Francamente non m’importa gran che, ma se vuoi un consiglio, prova a trovarci gusto. OK?
Le sferrò una improvvisa scudisciata sulle natiche bianche, che vibrarono per un paio di secondi. Lei trattenne un gridolino e si limitò a sobbalzare sui tacchi.
- Allora?
- Sì, signora – confermò.
- Organizzati. Telefona a casa e di’ che si inizia una nuova produzione e che stavolta lavorerai anche tu. Starai con lui per un paio di mesi. Dirigerai il suo staff personale e finché il dottor Martini resterà con noi, dipenderai da lui in tutto e per tutto. Se lo vorrà ti farà comandare da una terza persona. Ora vai e aspettalo di là.
La lasciò andare.
- Ma com’è possibile? – mi trovai a chiederle
- Come ho detto, abbiamo migliaia di richieste da parti di attrici bellissime, e possiamo permetterci di scegliere il meglio e le più disponibili. In questi casi si riversano qui da Los Angeles come le mosche sul miele.
- Ho visto.
- Non farti problemi, Mary è tua nel vero senso della parola. Se vuoi farla frustare mentre chiavi con un’altra, fallo. E’ pagata anche per questo. Se vuoi gratificarla facendola lavorare davvero per il film tanto meglio per lei. Se non ti va, cacciala pure, te ne do un’altra. Tanto troveremo da riciclarla da qualche altra parte.
Betty fece chiamare Kendy.
- Kendy, ti presento il dottor Martini. Pier ti presento la dottoressa Candice Princeton, laureata in letterature moderne.
- Piacere – dissi. Le strinsi la mano.
Questa era bionda, un po’ più alta di Mary, tipicamente americana, forse Canadese. Portava anche lei la gonna e le guardai le gambe perché erano davvero di un colore magico, come il miele.
- Kendy, il dottore girerà il film che sai. Dovrai anche tu garantire le sue erezioni e per questo dipenderai da Mary o da chi ti dirà lui stesso. Ora mostragli il sesso e il culo, per favore.
- Con piacere, signora – rispose più pronta dell’altra.
Con mosse studiate mise le mani sulle cosce e sollevò la gonna fino a mostrare la fica. Era depilata perfettamente ed io la guardai golosamente. Poi si girò e mostrò il culo. La sua abbronzatura era totale e mi domandai in quali posti andassero ad abbronzarsi così bene. Restò così, mostrandomi il culo con le gambe leggermente divaricate, in attesa di ordini.
- Hai visto com’è piccolo il suo buco del culo? Te le ho scelte per così dire virginali… – commentò Betty. – Questa sera voglio che socializzate. Se vuoi il mio consiglio, dormite insieme tutti tre. Le ragazze devono capire che cosa ti eccita di più per poter svolgere al meglio il loro lavoro.
Poi si alzò e rivolse a Kendy.
- Sarete le sue schiave. Potrà fare di voi quello che vuole, compreso uccidervi.
Sciaaaack!
Betty, per sottolineare il significato reale delle sue ultime parole, le aveva sferrato una scudisciata poderosa sul culo. Poi mi mise in mano il frustino.
- Da questo momento queste donne sono tue. Se vuoi farle lavorare, fallo, se vuoi disfartene, gettale. Tu, Kendy, hai capito?
- Sì, signora, certo.
- E allora copriti e vattene di là ad aspettare.
Scappò via,
- Madonna, ma le tratti tutte così?
- No, l’ho fatto per te. Voglio che capiscano chi sei e che cosa devono fare. Ti ho detto che puoi assumere altre due donne oltre a queste, se vuoi te ne trovo io. A proposito, inizieremo a selezionale le attrici domattina. Adesso ti presento Terence, il clisterista…
- Chi? Cosa?
- Terry per gli amici. Tu avrai bisogno di un clisterista.
- Ma cosa! Checcazzo me ne faccio?
- Prima di inculare le attrici, credo che sia meglio che Terry dia loro una rinfrescatina, non credi?
Rimasi esterrefatto, ma iniziai a pensare che per tutto il prossimo mese sarei rimasto sorpreso.
Betty fece arrivare Terry e ci presentò. Terence era sui 25 anni, non di più. Un fisico atletico, bianco di carnagione scura, con uno sguardo stranamente dolce e ingenuo.
- Terry è un gay – disse subito Betty, e lui non fece una piega. – E’ per questo che gli facciamo fare il clisterista. – So che a te piacciono solo le donne, ma vedrai che ti sarà utile in mille occasioni. Terry, per favore gli mostri il culo?
Stavolta arrossii proprio mentre lui si abbassava i pantaloni con dolcezza. Era completamente depilato e solo sopra il pene c’era una strisciolina di pelo corto ben studiata come il pizzetto di una barba. Il culo, senza peli e rotondo com’era, faceva la sua bella figura, anche a confronto con le due donne che mi erano appena state affidate.
- Guardalo bene e vedrai che alla fine inculerai anche lui.
Distolsi subito lo sguardo.
- Naturalmente anche lui dipenderà da Mary ma obbediranno a te in tutto e per tutto. Se ti diverte frustare anche lui, fallo. O magari fallo fare ad una delle tue schiave. O viceversa. E’ un ottimo massaggiatore, migliore delle pur brave Mary e Kendy. Sa fare la rasatura sessuale, sia totale che a tanga.
Diede una sonora sculacciata a Terry, il quale si rivestì e scappò fuori.
- È piacevole sculacciarlo… – commentò. Poi cambiò discorso. – Hai delle donne da scegliere da mettere a fiasco di queste? Altrimenti te ne faccio visionare qualcuna…
- Sì – risposi senza dubbi. – Voglio Isabel.
- E chi è?
- Quella che mi hai fatto inculare al Carillon.
- Ah, quella…
- Sì, Isabel, Belle per gli amici.
- OK. Te la farò avere per ora di cena.
- Voglio che abbia una parte nel film.
- Puoi sceglierne fino a cinque, quindi puoi farlo.
- Voglio di più. Belle deve avere la parte principale.
- Ti ha stregato?
- Può darsi. Ma, a guardare i risultati, a Belle devo molto.
- Chiavala, inculala, sposala, fai quello che vuoi, ma la scelta della prima attrice non spetta a te.
- Beh, a giorni si fa il casting, no?



7. SOCIALIZZARE.



Nel pomeriggio mi riportarono a casa con la limousine e solo allora potei finalmente visitare la villa. Era una bella casa stile americano su due piani con un giardino protetto da una siepe molto alta. Il piano terra era diviso in tre parti, la parte posteriore era formata dalla cucina e da altri servizi; quella anteriore destra era formata dalla sala da pranzo, da un grande salottone e la sala da biliardo; quella anteriore sinistra era formata dal mio ufficio che comunicava con la biblioteca e con l’ufficio del mio staff. Il tutto cablato per il collegamento informatico in rete, oltre al wifi.
La cuoca ci aveva preparato dei sandwitch al tacchino e al tonno, birra e caffè. Beh, le cuoche fanno anche questo in America. Mangiammo in cucina, poi andammo di sopra, dove c’era il reparto notte.
La mia camera da letto occupava la metà destra dal piano, con due bagni e due armadi a muro. Una stanza da bagno aveva un’anticamera e una parte più riservata. L’anticamera ospitava due lavandini e un idromassaggio capace di ospitare più di due persone. Nella parte più riservata, oltre alla tazza del water e al bidè (che in America è praticamente sconosciuto), c’era anche un orinatoio per consentire all’uomo di pisciare stando in piedi. Nell’altro bagno c’erano una doccia, una brandina per massaggi, una poltrona da barbiere e, più avanti, il water, il bidè e un lavandino.

Il letto matrimoniale sembrava a tre piazze ed era situato su una pedana. In un angolo c’era una specie di salottino con poltrone e tavolino e dall’altra una piccola scrivania a muro con computer portatile. Mancava la libreria che io tengo in camera da letto, ma in compenso c’era un enorme quadro ad olio dal soggetto caraibico. E poi una magnifica portafinestra dava su un balcone. Anzi era una terrazza protetta da una serie di vasi che contenevano fitte siepi.
Le altre cinque camere da letto, che stavano dall’altra parte del piano, erano comunque più che dignitose ed ognuna era dotata di bagno e armadio a muro. Insomma, affatto male. Finito il giro e sistemato alla meglio, chiamai a raccolta i ragazzi.
- Venite in camera mia che dobbiamo “socializzare”.
Alla fin dei conti avevo citato una parola di Betty.
- Devo spogliarmi anche io, signore? – chiese Terry con educazione da maggiordomo.
- Sì, certo, perché no? Anzi, tu per primo! Dobbiamo diventare una squadra e sarà meglio che io e te ci abituiamo alla promisquità.
Scoprii il letto e mi denudai insieme alle due donne e al ragazzo, senza difficoltà.
- Venite qui ed abbracciatemi.
Lo fecero e provai un senso di piacevole calore. Senza che dicessi loro nulla, iniziarono ad accarezzarmi e a muoversi in modo da darmi il contatto della pelle. In breve mi eccitai e iniziai a mia volta ad abbracciarli e a palpare un po’ tutto. Mi accorsi che la presenza di Terry dava al tutto una sensazione di piacere improvvisamente diverso da quello che mi sarei aspettato. Ma decisi di smetterla.
- Basta così ragazzi – dissi ricomponendomi. – Ora ci dobbiamo organizzare. Mary, hai letto il mio romanzo?
- Sì, signore.
- Bene, tu sei in grado di farne una sceneggiatura da film?
- Sì. Ha qualche indicazione da darmi?
- Quello che devi fare è trovare una via per così dire standard alle scene, in modo da semplificare le riprese e lasciare più spazio ai montaggi. Per le scene normali ti puoi arrangiare tu. Per quelle erotiche hard vorrei che organizzassi almeno quattro o cinque cineprese in contemporanea.
- Quante donne pensa di poter montare in un giorno?
- Senza venire? Diciamo… quattro? Cinque? Sei?
- Potrebbe irritarsi il pene… – Pssevò.
- Hai ragione, fermiamoci a quattro. E trovatemi una crema adatta a mantenerlo sano.
- Pensa di poter venire due volte al giorno?
- Dal punto di vista tecnico, cosa cambia?
- Molto, – rispose decisa. – Ho visionato il suo formatt e direi che una delle cose più erotiche dal punto di vista cinematografico è il pulsare del suo pene che pompa lo sperma nel retto della donna. Sembra che lei faccia un clistere di sperma. Non so se rendo l’idea…
- Perfettamente – sorrisi. Aveva colto il punto. – Posso tranquillamente venire due o tre volte al giorno. Anche quattro. Contenta?
- Lo immaginavo, – ammise. – Ma pensavo che la sera volesse divertirsi…
- Acuta osservazione... – Ma dovrò astenermi.
Poi mi rivolsi a Kendy.
- Tu Kendy dovrai trovare sempre il modo di farmelo rizzare. Studiami da vicino e sono convinto che troverai sempre il modo.
- Certo, capo.
- Tu invece, Terry, oltre a preparare le attrici, ti prenderai cura della mia persona. Barba, bagni, massaggi e quant’altro…
Ebbe una reazione impercettibile.
- Sì, capo. Dopodomani avrà la visita medica e, se permette, l’accompagno io. E, sempre se me lo consente, vorrei essere io ad occuparmi della sua persona.
- Sì, certo. È quello che ti ho chiesto. È una visita impostante quella di dopodomani?
- Beh, sì. La direzione aveva già in mano i suoi dati clinici, così come tengono sotto controllo le persone che possono avere contatti tra loro. Ma così lei avrà una visita molto accurata, dopodiché seguirà la cosiddetta “settimana bianca”, che serve per prepararla fisiologicamente al momento in cui dovrà girare le scene.
Ci eravamo rivestiti, ma diedi lo stesso un paio di pacche sul culo delle ragazze, così tanto per tenerle stimolate.
- A proposito – aggiunsi. – Chi di voi se ne intende di bondage e sadomaso?
Si guardarono con titubanza, poi prese la parola Kendy.
- Siamo abituate a subire…
- Io al massimo faccio i clisteri… – disse Terry. – E li subisco.
- Io sono pronta a seviziare chi vuole – aggiunse Mary asciutta. – E a essere seviziata.
- Ha ha! No, non è questo che mi serve ragazzi. Voglio solo che ci pensiate, OK?
Mi buttai sul letto a riposarmi.

Verso le diciassette Mary mi svegliò.
- Sono le cinque, capo. Posso chiamare Terry perché venga a prepararla?
- Come? Ah, sì, grazie. A proposito, datemi del tu.
- Mi hanno confermato che stasera viene a cena la signorina Isabel. Me lo ha appena telefonato la signora Betty.
- Bene! – dissi. E andai in bagno.
Quando uscii Terry mi stava aspettando per farmi un massaggio, che accettai volentieri.

Alle diciannove e trenta Isabel venne fatta entrare nel mio “appartamento da letto”, come avevo iniziato a chiamare io la mia “camera”, per accompagnarla sul terrazzo dove avevo fatto preparare un tavolo da pranzo per due, con dello champagne già nel secchiello del ghiaccio.
- Ehilà, Isabel! – gridai abbracciandola.
Era bellissima. L’avevano preparata, vestita e truccata che sembrava un bocciolo di rosa appena fiorito. La sentii fremere di agitazione e imbarazzo tra le mie braccia.
- Pier… – sospirò. – Sta accadendo tutto sosì in fretta… Io…
- Eravate d’accordo? – chiesi subito.
- D’accordo? E su cosa? Ah no, mi avevano chiesto di venire a leto con te quando sei venuto al Carillon...
- Lo immaginavo…
- È stato l’incontro più imbarazzante della mia vita.
Sorrisi.
- Ed invece è stato il nostro colpo di culo.
- Di culo, puoi dirlo… he he
- Di fortuna, volevo dire… He he, in italiano si dice così.
- È vero che mi vuoi nel cast del film che stai girando? – domandò Belle.
- Sì, sì – risposi felice. – Tu mi hai fatto un grandissimo favore e ho deciso di prenderti con me.
- Mi hanno detto che devo scopare con te – aggiunse.
- Non solo – risposi allegro. – Ti do la parte principale.
- Cioè me la dai solo a patto che scopi con te? – chiese Belle.
- No. A parte che l’hai già fatto, quella di scopare con me è la parte che ti spetta nel film, se accetti di farlo. Ma di scopare veramente…
- Un film porno? – chiese con una certa delusione.
- Stammi a sentire…
Raccontai velocemente in che cosa consisteva il film e poi chiesi se accettavano.
- Se vuoi il mio parere – conclusi – sarà il film scandalo dell’anno.
- Beh, io avrei accettato comunque!
- Ed ora a tavola!
Chiamai Mary, la quale aveva affidato a Terry il compito di servirci una cena a base di pesce nobile, di molluschi e crostacei, il tutto accompagnato da un sacco di salse ad imitazione di quelle francesi che non toccammo neanche.
- Non ti sono piaciute le salse? –chiese Terry mentre portava via i piatti.
- No, ma non ti farò frustare – risposi allegramente. Poi mi rivolsi alla ospite. - Ed ora spogliamoci e andiamo a letto. Dobbiamo prepararci per il film…
Andammo a spogliarci, io nel bagno principale e lei nell’altro, quindi ci ritrovammo nudi davanti al letto. Quindi mandai a chiamare Terry e Kendy.
- Spogliatevi anche voi – ordinai.
Lo fecero.
- Abbracciatevi tutte tre.
Obbedirono.
Sarebbero state disposte a fare qualsiasi cosa che gli avessi ordinato, ma questo lo fecero volentieri. Era un modo dolce per rompere il ghiaccio e socializzare. Dapprima si avvicinarono, poi si abbracciarono da vere amiche, godendo felici del calore che l’imprevisto abbraccio saffico trasmetteva loro.
- Baciatevi – fu il mio ordine successivo. – Con la lingua.
Si diedero prima un baccetto sulle guance, poi uno sulle labbra, e infine si diedero i baci che volevo io. Veri baci appassionati e liberatori, destinati a renderle complici di quello che avrei voluto fare con loro. Iniziarono ad ansimare ed io mi portai da loro. Prima le abbracciai anch’io, poi cercai di farmi strada e loro mi presero in mezzo. Terry mi teneva di petto e Isabel di schiena, poi Kendy si chinò e mi baciò il pene. Una sensazione bellissima.
- Sentitemi – dissi a quel punto. – Belle lavorerà nello staff e avrà la parte principale nel film. Resterà a vivere con noi fin dalla settimana bianca. Ed ora, a letto! “Socializzaiamo”.
Isabel, la mia Ospite della serata, si mise sotto per prendermi tra le gambe e le braccia. Io accettai l’invito e mi misi sopra. Kendy mi si appoggiò da dietro per farmi sentire il calore delle sue rotondità. Mary con le labbra mi accarezzava l’uccello. Belle iniziò a stringermi con passione, Kendy mi leccava il collo, Mary scorreva le labbra sul pene. Sentii gli effetti piacevoli delle tre lingue. Una donna che ti bacia mentre l’altra ti fa un pompino, è una cosa che da allora suggerisco a tutti, amici e nemici. Sembra che sia la stessa donna ad avere bocca e sesso entrambe sincronizzate e appassionate e bagnate e dotate di vita propria.
Decisi di prendere Isabel in vari modi, ma alla fine mi sdraiai pancia in su.
- Fatemi venire così – sussurrai.
- Allora lasciami prenderti in bocca – chiede Belle.
Kendy e Mary passarono a leccarmi le ascelle mentre Isabel si dedicò al pene, finché non venni così come una fontana, tra le lingue delle due e nella bocca dell’altra.
Avete idea di che cosa sia essere il wurstel di un hotdog? Beh, una volta nella vita dovete provare a farlo con due strafighe come quelle due. C’erano anche il kechup e la senape, credetemi.

(Continua)
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